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La coxartrosi o artrosi dell’anca è un processo degenerativo, estremamente diffusa e potenzialmente molto invalidante.
Le cartilagini articolari vanno incontro ad usura e infiammazione provocando forti dolori fino ad impedire la normale deambulazione.
Le strutture maggiormente colpite sono la cartilagine della testa del femore e l’acetabolo dove il femore si articola.
La cartilagine ha il compito di ammortizzare, nutrire e rendere scorrevole le articolazioni, ed ecco che venendo meno, l’osso sottostante si infiammerà producendo sovraosso, ovvero artrosi.
Questo comporterà aumento del dolore con conseguente riduzione della mobilità articolare, usura ossea e se trascurata può portare all’intervento chirurgico di protesi.

CAUSE

Si distinguono due  forme principali: primaria e secondaria.
Nella forme primarie le cause non sono ben note.
Le secondarie sono la conseguenza di altre patologie o disturbi dell’anca o di altri distretti,traumi, malattie congenite dell’anca, fratture, infezioni articolari o altre patologie.
La coxartrosi primaria è una malattia tipica dell’età avanzata, nei soggetti meno giovani infatti la cartilagine articolare risulta essere più danneggiata, e in maniera più evidente dopo i 60 anni su persone sovrappeso, che svolgono un’attività lavorativa o sportiva logorante.
Vi sono inoltre studi osteopatici che hanno dimosrtrato l’influenza dell’apparato digerente ed in particolare del colon su questo distretto; pare infatti che disturbi come la stitichezza, il morbo di Crohn, il colon irritabile, possano favorire l’insorgenza dei disturbi in questo distretto proprio a causa della vicinanza con l’articolazione dell’anca.
Si è anche notato che tale patologia insorga più spesso nelle donne, e questo , è forse spiegabile a causa delle differenze anatomiche dell’apparato urogenitale femminile. Esso infatti è dotato di un uretra molto più corta (4 cm circa), rispetto a quella maschile (18-20 cm), che termina nella vagina, zona di facile accesso per i batteri. Da qui i batteri possono risalire alla vescica, agli ureteri, e tramite essi arrivare fino ai reni che sono in stretta relazione con i plessi lombari, sede di svariati nervi tra cui quelli dell’anca. Le infezioni batteriche arrivate ai plessi lombari possono causare ipertono muscolare a carico dei muscoli dell’anca aumentandone così la compressione intrarticolare e di conseguenza l’usura.
Le forme secondarie di artrosi invece colpiscono generalmante individui più giovani, anche di 30-40 anni, dove vi è una causa nota comeper esempio traumi violenti o danni locali, fratture, lussazioni o processi infiammatori. In altri casi, la coxartrosi può essere la conseguenza di malformazioni congenite dell’articolazione stessa, presenti quindi sin dalla nascita come nel caso della displasia congenita dell’anca. Più rari sono invece i casi di coxartrosi secondaria legata a disordini sistemici, quali la presenza di malattie dismetaboliche o endocrine, come il diabete, l’artrite reumatoide o la gotta.

TRATTAMENTO

Antidolorifici o anti-infiammatori che inizialmente possono certamente dare sollievo tuttavia, sono sempilcemente un palliativo.
Il trattamento elettivo è sicuramente quello fisioterapico e osteopatico, in modo da ridare mobilità alle strutture irrigidite,
con l’ausilio di elettromedicali, tecarteapia, ultrasuoni, laser, etc.
per agire invece sulla componente algica.
Sono anche molto indicati integratori alimentari di acido ialuronico, collagene, condroitina e glucosamina che nutrono le cartilagini, o anche le infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico.
Nei casi più gravi e è indicato l’intervento chirurgico seguito dalla fisioterapia.
Il calo ponderale, cioè la riduzione del peso corporeo, è certamente una priorità nei pazienti sovrappeso od obesi.
Ciò consente infatti di diminuire il sovraccarico che grava sull’articolazione, prevenendo il danno cartilagineo o comunque riducendone la progressione.
Inoltre, in previsione di un intervento chirurgico, la riduzione del peso corporeo consente di ridurre le possibili complicanze ed accelerare la fisioterapia post-operatoria. Gli stessi benefici del calo ponderale sono da attribuire all’avvio di un programma di esercizi fisici specifici, per rafforzare i muscoli, mantenere la mobilità dell’anca, rallentare il processo artrosico e favorire un più rapido recupero dall’intervento. Sono consigliate le attività fisiche in assenza di carico, come il nuoto o la bicicletta, mentre sono da evitare il jogging e tutti gli sport di contatto, poiché potrebbero accelerare la degenerazione dei tessuti articolari.
 


 
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