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ELASTIC BANDS

ELASTIC BANDS

ELASTICI UTILIZZATI NEL PILATES

Tra i piccoli attrezzi utilizzati durante le lezioni di pilates matwork, troviamo gli elastici.

Come accade per le fitball, anche questi si presentano in diversi colori che permettono di distinguere le diverse resistenze elastiche e quindi di scegliere quello più adatto a noi.

Gli elastici nascono come strumento di riabilitazione e rinforzo dei muscoli delle braccia, della schiena e della cuffia dei rotatori ma nel tempo hanno assunto un ruolo importante nella prevenzione proprio all’ interno delle lezioni di matwork.

Mantenere la muscolatura tonica significa aver muscoli più efficienti, tendini meno soggetti ad usura e miglioramento della coordinazione e non arrivare mai ad una vera e propria usura che causa irrigidimento delle strutture anatomiche e spesso lesioni.

A seconda del proprio grado di allenamento sarà possibile utilizzare elastici più o meno resistenti e di conseguenza incrementare difficoltà e rinforzo in modo adeguato. A differenza di ciò che accade con manubri o piccoli pesetti, l’elastico permette di allenare la muscolatura senza eccessivo stress. Il più classico degli esercizi è quello che coinvolge i bicipiti: posizionando l’elastico al di sotto dei piedi, sarà possibile sollevare le estremità dell’elastico piegando lentamente le braccia e quindi simulando il movimento che verrebbe fatto con un manubrio.

L’elastico viene anche utilizzato per allenare gambe, addome ed equilibrio (in questo caso funge da sostegno/aiuto).

La funzione più interessante dell’elastico, a mio avviso, rimane quella di poter rinforzare i muscoli della cuffia dei rotatori; gruppo muscolare che permette di stabilizzare l’articolazione gleno-omerale e difficilmente presa in considerazione durante gli allenamenti.

I protagonisti sono quindi: sovraspinato,infraspinato, sottoscapolare,piccolo rotondo e permettono di eseguire movimenti in intra-extrarotazione, flessione e abduzione del braccio senza sovraccaricare l’articolazione della spalla.

Una buona prevenzione effettuata con gli elastici del pilates su questo gruppo muscolare riduce la possibilità di incorrere in usura e dolore dell’articolazione.

Il dolore alla spalla non è solamente riscontrato tra persone anziane ma è anche frequentissimo tra giovani atleti che praticano sport in “overhaed”; ad esempio pallanuto, pallavolo…che spesso non effettuano una ginnastica compensativa adeguata.

Dr.ssa Sara Crotti

CORSO DI TERAPIA CRANIO SACRALE

CORSO DI TERAPIA CRANIO SACRALE

CRANIO SACRALE

FROZEN SHOULDER CAPSULITE ADESIVA SPALLA CONGELATA

FROZEN SHOULDER CAPSULITE ADESIVA SPALLA CONGELATA

frozen shoulder capsulite adesiva spalla congelata

I pazienti che lamentano dolore alla spalla o limitazione della mobilità dell’articolazione Gleno-Omerale spesso sono affetti da frozen shoulder (spalla congelata) o capsulite adesiva.

Questo tipo di patologia insorge maggiormente tra i 40 e i 60 anni e tra le donne ed è associabile a traumi lievi, es. strappi o contusione, o a condizioni mediche come diabete, artrite reumatoide, ipertiroidismo ed artrite reumatoide.

L’articolazione fra spalla e omero è composta di ossa, tendini e legamenti, che sono compresi in una capsula di tessuto connettivo. Quando questa capsula si restringe e si infiamma fino a limitare i movimenti dell’articolazione, si verifica la capsulite adesiva.

La prima fase in cui si manifesta forte dolore, in particolare di notte, che si irradia lungo l’arto dura tra i 3 ed i 6 mesi . Frequentemente si immobilizza l’arto rendendo ancora più lunga la ripresa del movimento dell’articolazione.

La seconda fase , che può durare dai 3 ai 18 mesi, è caratterizzata da una riduzione del dolore a riposo ma da una limitata mobilità ed elevata rigidità.

La terza fase, quella di recupero può esser abbreviata da un’attività quotidiana di riabilitazione che mira al recupero del ROM ( range of motion).

Una buona diagnosi è indispensabile per poter distinguere la capsulite adesiva da altri problemi che colpiscono la spalla come danni alla cuffia dei rotatori; l’esame radiografico è normale e si verifica una perdita di mobilità anche in extrarotazione passiva. Solitamente non si perde la rotazione esterna passiva quando si hanno problemi alla cuffia dei rotatori quindi questa manovra deve far sospettare la presenza di spalla congelata.

Non appena viene definita la diagnosi è importante agire tempestivamente con trattamenti di fisioterapia e di recupero di mobilità in quanto il 90% del recupero avviene grazie al ripristino del movimento.

Il programma di riabilitazione prevede sessioni di stretching e mobilitazioni della spalla in rotazione esterna (ad esempio piegando il gomito dell’arto interessato di 90 gradi per raggiungere lo stipite della porta, ruotare il corpo e restare in posizione per 30”).


 

Sdraiarsi in posizone supina. Usare il braccio sano per sollevare il braccio malato sulla testa fino a sentire una gentile resistenza dolorosa. Mantenete la posizione per 15 secondi e abbassate lentamente fino a tornare alla posizione di partenza.

 

spalla congelata 2

 

 Tirare delicatamente il braccio della spalla malata sul petto appena sotto il mento, per quanto possibile senza causare dolore. Mantenete la posizione per 30 secondi.

spalla congelata 3

Prima ci si rivolge ad uno specialista prima si cura la spalla congelata/capsulite adesiva.

Spesso si sottovaluta un dolore al braccio o alla spalla e solo dopo settimane o mesi di dolore ci si allarma avendo già perso giorni preziosi per il ripristino del movimento dell’articolazione.

Dr.ssa Sara C

rotti

“MOTR-BALANCED BODY”   innovativo attrezzo per il pilates

“MOTR-BALANCED BODY” innovativo attrezzo per il pilates

 

 

E’ arrivato anche lui in Pianeta Postura e lo utilizzeremo per i nostri mini corsi Personal di Pilates ed Allenamento funzionale.

La novità di aprile si chiama MOTR!!

Il MOTR ha un cilindro centrale rivestito di gomma , sul quale ci si appoggia per eseguire esercizi  di tonificazione, che provoca instabilità e fa lavorare i muscoli profondi nella ricerca della postura.

Sul roller ci si può anche camminare, sempre allenando l’equilibrio, oppure ci si può sdraiare supini mentre si utilizzano i cavi con maniglie con resistenza variabile per la tonificazione di gambe e braccia.

Questo attrezzo può esser utilizzato anche per un allenamento isolato del dorso e degli arti superiori.

Abbiamo pensato di inserirlo nei nostri corsi Personal in abbinamento alla Gts e a tutti gli altri attrezzi disponibili in palestra per migliorare la forza, agilità e capacità coordinative. In questo modo potremo studiare delle attività personalizzate più intense e più varie rispetto ai corsi di pilates di gruppo..

 

il Motr è a forma di T e chissà che non evochi una  “TONIFICAZIONE” estiva ?!

 

E’ arrivato anche lui in Pianeta Postura e lo utilizzeremo per i nostri mini corsi Personal di Pilates ed Allenamento funzionale.

La novità di aprile si chiama MOTR!!

Il MOTR ha un cilindro centrale rivestito di gomma , sul quale ci si appoggia per eseguire esercizi  di tonificazione, che provoca instabilità e fa lavorare i muscoli profondi nella ricerca della postura.

Sul roller ci si può anche camminare, sempre allenando l’equilibrio, oppure ci si può sdraiare supini mentre si utilizzano i cavi con maniglie con resistenza variabile per la tonificazione di gambe e braccia.

Questo attrezzo può esser utilizzato anche per un allenamento isolato del dorso e degli arti superiori.

Abbiamo pensato di inserirlo nei nostri corsi Personal in abbinamento alla Gts e a tutti gli altri attrezzi disponibili in palestra per migliorare la forza, agilità e capacità coordinative. In questo modo potremo studiare delle attività personalizzate più intense e più varie rispetto ai corsi di pilates di gruppo..

 

il Motr è a forma di T e chissà che non evochi una  “TONIFICAZIONE” estiva ?!

Dr.ssa Sara Crotti

PERSONAL TRAINER : NON SOLO PER I VIP!

PERSONAL TRAINER : NON SOLO PER I VIP!

E’ difficile alzarsi dal divano ed avere la costanza di allenarsi ogni settimana, più volte,

per tutto l’anno. Anche se ci poniamo degli obiettivi reali le scuse per non raggiungerli

sono sempre dietro l’angolo : faccio tardi a lavorare, ho male alla testa, sono stanco,

devo uscire a cena, ecc…

Viviamo indubbiamente in una società che ci lascia poco tempo per la ricerca del nostro

benessere e se riusciamo a ritagliarcelo, è comunque di fretta con la testa che pensa ad

altre mille cose. Invece dovremmo imparare a staccare la spina e dedicarci a noi stessi

anche se per poche ore. Ci vorrebbe un motivatore!!!

Qui entra in campo una figura che per anni è stata associata solo ai vip : il Personal

Trainer.

Fortunatamente abbiamo sdoganato questa idea e possiamo ritenere il “Personal” come

una figura che ci accompagna verso il nostro benessere a 360°. Mantenersi in forma è la

prima regola per vivere bene ed aver un Personal trainer che ci consiglia vuol dire poter

scegliere l’attività fisica che fa meglio a noi, al nostro corpo e alla nostra mente, seguendo

i nostri tempi. Grazie al Personal trainer conosceremo meglio le nostre esigenze e

saremo sicuramente più motivati e costanti nell’allenamento. Se poi è simpatico, tanto

meglio, rideremo mentre ci alleniamo.

Con queste premesse sarà più semplice raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti e sarà

più facile arrivarci nel breve tempo.

Il Personal trainer è li per noi, a nostra disposizione per spronarci, per correggerci se un

esercizio è eseguito in modo errato, ci ascolta e ci aiuta a raggiungere i risultati, cerca di

eliminare le scuse che ci terrebbero sul divano.

Il Personal trainer controlla in modo costante i nostri miglioramenti e ci propone stimoli

sempre nuovi, ci può consigliare un’alimentazione sana ed avendolo disponibile per

un’ora /due /tre a settimana può instaurare un rapporto confidenziale e può suggerirci

modifiche nel t nostro stile di vita.

E’ possibile formare piccoli gruppi di amici/amiche (massimo 3 persone) e richiedere che

questa figura studi una preparazione esclusiva.

Fabio C.

Personal Trainer

Pianeta Postura, Modena.