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Le catene muscolari,l’importanza di avere un corpo elastico in un mondo flessibile

Le catene muscolari,l’importanza di avere un corpo elastico in un mondo flessibile

Spesso le retrazione delle catena muscolare ed il loro disequilibrio è causa di dolori localizzati in particolare sulla zona lombare.

Nel corpo, lo scheletro ha la funzione protettiva e di sostegno, esso sfrutta le articolazioni per metter a contatto due capi ossei ed i muscoli per potersi muovere. I muscoli sono organizzati e collegati tra di loro in modo tale da formare una rete, una struttura continua chiamata catena muscolare. Già nel 1875 Reuleaux prese in considerazione i movimenti valutando i rapporti tra un segmento e l’altro in modo continuo quindi una lesione in una componente muscolare influenza negativamente l’intera struttura. Queste catene sono fondamentali in quanto permettono uno schema posturale elaborato a partire dal cervello ed un buon equilibrio tra le catene vuol dire buon equilibrio posturale.

Le catene muscolari possono esser divise, macroscopicamente parlando, in catene muscolari statiche che servono per assumere posture statiche e catene muscolari dinamiche che permettono il movimento.

Per prima cosa definiamo le due catene muscolari statiche:

-catena statica posteriore che ha inizio con i muscoli superficiali e profondi dell’occipite, muscolatura intrinseca della colonna, glutei, ischio crurali, poplitei, tricipite surale e muscoli plantari.

-catena anteriore che ha inizio sul muscolo sternocleidomastoideo, muscoli profondi del collo, scalene, pilastri del diaframma, muscolatura addominale, ileo psoas, quadricipite e tibiale anteriore.

Vi sono poi delle catene muscolari accessorie come la catena respiratoria, catena della spalla, catena del braccio, catena laterale degli arti inferiori , catena antero-interna dell’anca.

Per quanto riguarda le catene muscolari essenziali per il movimento ed i gesti sportivi, vi sono le catene crociate che si dividono in anteriori e posteriori ed assumono una vera e propria forma di “x”. Queste catene, se attivate correttamente durante una torsione (senza cedimenti in avanti o indietro) fanno avvicinare una spalla all’anca opposta È importante potenziarle affinché venga ricercata una naturale rotazione del tronco senza collassi e spostamenti in flessioni o estensioni. Vengono potenziate disegnando delle diagonali con un elastico per esempio o anche a corpo libero in quadrupedia.

Oltre al potenziamento delle catene muscolari è necessario porre attenzione anche al loro allungamento bilanciato ed armonico per liberare il corpo dalle tensioni che favoriscono l’insorgere del mal di schiena.

Infine, assume una grande importanza la corretta respirazione : non dimentichiamoci che il diaframma è sempre coinvolto in qualsiasi esercizio posturale.

RINFORZARE I MUSCOLI ESTENSORI CONTRO IL MAL DI SCHIENA

RINFORZARE I MUSCOLI ESTENSORI CONTRO IL MAL DI SCHIENA

Spesso passiamo molte ore seduti ad una scrivania con la colonna in posizione di flessione. A lungo andare, mantenendo queste posture errate, si soffrirà di mal di schiena e si perderanno le curve fisiologiche della colonna.; le curve fisiologiche permettono alle vertebre di mantenere in corretto asse i dischi vertebrali (che hanno la funzione di ammortizzatori) ed aumentano la resistenza della colonna. Una colonna con le naturali curve è più resistente di una schiena piatta.

Per evitare di perdere questo allineamento posturale è importante rinforzare i muscoli erettori del rachide che svolgono una funzione importante sia nel mantenimento della posizione eretta sia nella meccanica respiratoria.

Per diverso tempo si è pensato che compiere esercizi in estensione della schiena fosse pericoloso ma in realtà questo tipo di movimento (sempre che tutto ciò sia effettuato in modo lento) permette ai nuclei polposi di ritornare in posizione corretta e di conseguenza di migliorare la salute della colonna. Il grado di estensione della colonna sarebbe ampio ma con la vita sedentaria si perde questa capacità quindi lo scopo della ginnastica posturale, del pilates, dello yoga è proprio quello di ripristinare la mobilità corretta e secondariamente di rinforzare i muscoli estensori della colonna per ridurre il mal di schiena.

Un esercizio molto buono da svolgere è il ponte che non richiede alcun tipo di attrezzatura. La posizione del ponte di yoga è molto più impegnativa rispetto allo “short bridge” di cui parleremo noi.

Come si fa il ponte?

Ci si posiziona a terra, supini, si piegano le gambe fino ad aver circa i piedi a 20-30 cm dai glutei.

Le braccia sono lungo i fianchi, ben salde a terra, spalle , collo, nuca non si muovono. Le scapole sono attive. Contraendo i glutei ed attivando l’addome, si solleva il bacino verso l’alto espirando.

In inspirazione si srotola la schiena facendo toccare prima il dorsale poi la lombare ed infine il bacino. Il movimento deve esser lento e deciso, magari abbinando anche l’attivazione del pavimento pelvico per ottenere un doppio beneficio sul corpo. Bisogna evitare di esercitare eccessiva pressione sul collo o di effettuare un’alzata scattosa. La posizione ideale da ricercare vede una linea retta che passa tra le ginocchia,il bacino e la schiena.

Esistono diverse varianti per incrementare l’intensità di questo esercizio ed ottenere risultati anche estetici ma per ora limitiamoci a concentrarci sulla qualità dell’esercizio a corpo libero con doppio appoggio prima di passare ad un livello successivo.

Cervicaglia , quando diventa cronica

Cervicaglia , quando diventa cronica

La cervicalgia è il termine più corretto per indicare il dolore al collo,  uno dei dolori muscoloscheletrici più diffuso nella società occidentale. Più del 60 % delle persone soffrono di dolore alla zona cervicale durante diverse fasi della propria vita e questo dolore può diventare cronico se non trattato correttamente. Si definisce “dolore cronico” un dolore che è persistente oltre i 3 mesi, tempo necessario ai tessuti per la riparazione. Il dolore viene percepito tra la zona c1-c7 ed i muscoli circostanti.

Associato al dolore cronico spesso si ha anche una manifestazione di depressione ed ansia dovute all’impatto sociale che un dolore sempre presente comporta sul soggetto.

Ad influire sulla manifestazione della cervicalgia si avranno gli stili di vita sedentari, i luoghi di lavoro non appropriati, l’aumento dell’uso della tecnologia, un colpo di frusta subito e pare che l’esser donna di mezza età possa aumentare i rischi di cronicizzazione del dolore al collo.

L’approccio migliore per curare la cervicalgia è un approccio multidisciplinare che prevede tecniche di rilassamento, esercizio attivo, terapia passiva e manipolazione spinale. Spesso, si tende a pensare che se si soffre di dolore al collo sia giusto immobilizzare la parte interessata o comunque ridurre l’esercizio fisico mentre è proprio l’esercizio attivo che svolge una funzione importante di rieducazione e stabilizzazione delle strutture che possono essersi danneggiate durante un trauma come un colpo di frusta. I muscoli superficiali del collo vanno a sostituirsi ai muscoli profondi con un conseguente affaticamento precoce ed insorgenza del dolore.

Naturalmente, l’esercizio fisico specifico deve esser prescritto nel giusto modo e nei giusti tempi e dovrebbe esser incoraggiato anche oltre il il periodo iniziale di terapia attiva al fine di educare la persona ad assumere determinate posture e ad eseguire determinati esercizi per tutta la vita a scopo precauzionale.

Vi sono una serie di esercizi di allungamento che sarebbe bene svolgere in ufficio durante le pause, è bene evitare di stare seduti immobili sulla sedia per tante ore consecutive, alzatevi e fate due passi per svegliare i vostri muscoli.

Infine , bisogna considerare che il rachide è coinvolto nella respirazione e quindi se si soffre di cervicalgia è bene valutare lo stato di salute del diaframma. Imparare a respirare correttamente ed eseguire pochi esercizi di mobilizzazione andrà a ridurre notevolmente il dolore al collo.

PILATES MATWORK, POSTURALE , CLINICO, E FUNZIONALE : UN CORSO PER OGNI ESIGENZA

PILATES MATWORK, POSTURALE , CLINICO, E FUNZIONALE : UN CORSO PER OGNI ESIGENZA

 

Fino al 2000 il pilates era un grande sconosciuto per tante persone, come mai ha avuto questo exploit negli ultimi anni?

Le ragioni della sua fama sono sicuramente da ricercare nei benefici che si ottengono tra cui un miglioramento fisico generale, un miglioramento dell’aspetto estetico ed una profonda sensazione di benessere.

Così come il mondo della danza ha preso spunto per anni dal pilates, anche altri sport dovrebbero attingere a questa disciplina per aiutare gli atleti a prevenire gli infortuni, il pilates dovrebbe diventare un allenamento trasversale per i calciatori, per gli sciatori, per i runners, per i tennisti, pallavolisti e per ogni tipo di atleta specifico che ha bisogno di rinforzare la struttura profonda del proprio corpo. E tutto questo come è possibile? L’adattabilità del pilates è davvero sorprendente ma ovviamente è necessaria costanza e motivazione per ottenere dei veri benefici. Dedicandosi a sedute regolari non si potrà non notare un miglioramento che coinvolte la presa di coscienza del proprio corpo, l’attivazione dei muscoli, un corretto allineamento che piano piano diventa una corretta abitudine grazie ad un adattamento del sistema neuro muscolare. Il pilates sviluppa la forma fisica in ogni suo aspetto, forza, flessibilità, coordinazione, velocità, agilità e resistenza, facilita il funzionamento degli organi interni e grazie alla respirazione corretta promuove il rilassamento e la riduzione della tensione.

Seguendo i corsi di pilates ci si sente meglio e se il nostro benessere fisico sarà migliore, sarà possibile raggiungere anche un benessere psicologico. Non a caso sono sempre più numerose le donne dello spettacolo che si allenano con questa disciplina.

Il pilates non è adatto solamente a grandi sportivi ma anche a chi non si è mai avvicinato ad un’attività sportiva perché è un’attività facilmente adattabile ad un gruppo specifico di persone , quindi all’esigenza può diventare più intenso (noi proponiamo un pilates funzionale che nel periodo primaverile assume sfumature di attività cardio) oppure più clinico e posturale ( nel nostro palinsesto si trovano diversi corsi di questo tipo)per risolvere le problematiche più comuni.

Nel momento successivo ad una forte infiammazione, un infortunio , un’operazione è sempre consigliabile seguire ore di “personal” per poter ottenere benefici ed esser costantemente monitorati dagli allenatori.

I nostri corsi durano 60 minuti e garantiamo il recupero di lezioni perse per motivi personali.

Per info e prenotazioni contattare:

Sara 3394896072.

Stress e dolori alla colonna vertebrale

Stress e dolori alla colonna vertebrale

Lo stress e dolore alla colonna vertebrale vanno a braccetto?

Vi sarà capitato di sentire dolore alla colonna vertebrale ed in particolare alla zona cervicale dopo un periodo di forte stress , dopo un periodo di tensione, dopo un litigio. Ora scopriamo perché.

Il nostro fantastico corpo è programmato per reagire alle situazioni di emergenza attraverso un meccanismo utile alla sopravvivenza chiamato ” SCAPPA O COMBATTI”.

Da sempre, anche gli animali, in situazioni di pericolo reagiscono in questo modo:  vengono immessi in corpo determinati ormoni che innalzano l’attenzione, il cuore batte più forte, i muscoli si attivano, il cervello pensa velocemente e così via…

Gli stessi meccanismi si attivano anche durante la vita quotidiana del 2018 e anche quando ci si trova di fronte a microtraumi ripetuti nel tempo che vanno a provocare una continua situazione di reazione e tensione. Potremmo elencar una serie di cose che ci causano paura e timori e che per questo vanno ad attivare il nostro sistema nervoso in maniera costante come se dovessimo difenderci dall’attacco di un leone.

Questa tensione continua provoca una contrazione muscolare costante che può ripercuotersi sulla colonna vertebrale ed in particolare sulla zona cervicale , il problema viene accentuato ancor di più se siamo soggetti sedentari e /o lavoriamo ogni giorno in una postazione scorretta al pc oltre che magari ,in un ambiente nocivo.

Per contrastare questo fenomeno, oltre ai classici rimedi quali massaggi, miorilassanti, impacchi caldi, sano sport e ginnastica posturale, è possibile ridurre gli effetti da stress anche solo respirando correttamente o ritagliandosi quei pochi momenti nella giornata per sdraiarci ed allentare la tensione attraverso tecniche di respirazione diaframmatica. Quando siamo stressati spesso avremo il diaframma bloccato oltre che un respiro corto e superficiale.

La respirazione diaframmatica permette al diaframma di scendere e risalire provocando un involontario massaggio agli organi interni, quando la fase espiratoria diventerà regolare e lunga si avrà un effetto calmante per la mente oltre ad una maggior ossigenazione per il cervello.

Possiamo dire quindi che la respirazione diaframmatica, che viene utilizzata anche nei nostri corsi di yoga, pilates e ginnastica posturale, ha certamente un effetto benefico rispetto alla riduzione dello stress e riduzione (almeno momentaneo) di dolori cervicali e alla colonna vertebrale.

Mi auguro sempre che i nostri allievi portino a casa quel qualcosa che può esser messo in pratica anche al di fuori delle nostre lezioni.

Sara Crotti