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CORRELAZIONE TRA VISTA E POSTURA

CORRELAZIONE TRA VISTA E POSTURA

L’occhio è il principale organo sensoriale afferente del Sistema Tonico Posturale . La vista fornisce delle informazioni sulla posizione del proprio corpo quindi possiamo dire che esiste una relazione bidirezionale tra funzione visiva e postura.

Un’alterazione della funzione visiva comporta una modifica della postura e viceversa: visione e postura quindi sono due meccanismi all’interno di un unico processo percettivo.

La retina invia al cervello le informazioni derivanti da tutto l’ ambiente esterno e ci consente di mantenere una certa stabilità posturale antero-posteriore mentre la fovea, che fornisce una visione centrale,analizza in maniera precisa l’oggetto del nostro interesse, fornendoci la stabilità posturale laterale.

Dal punto di vista neurologico esistono una serie di collegamenti tra il sistema visivo e le strutture costituenti il sistema di regolazione della postura come il vestibolo, il cervelletto, le aree encefaliche frontali e parietali: il sistema visivo è uno dei principali informatori del cervello per l’aggiustamento posturale e qualsiasi nuova informazione può influenzare l’assetto statico della colonna e a sua volta la posizione degli occhi rispetto al cranio.

Per sperimentare la forte correlazione tra occhio e postura basta provare a rimanere in piedi su una sola gamba, con gli occhi chiusi. Immediatamente si verificherà una grande difficoltà nel mantenere l’equilibrio perché la mancanza delle informazioni della retina non permette al sistema vestibolare di inviare le informazioni corrette al sistema tonico posturale e quindi di correggere la postura di fronte ad una perturbazione. La relazione tra postura e visione è importante e l’una non può escludere l’altra.

Vista la stretta correlazione tra la vista e la postura, si può dire che determinate problematiche visive possono alterare la postura corretta. A seconda del difetto visivo che si ha, è facile assumere un determinato atteggiamento del capo e del corpo. Se poi una postura scorretta viene mantenuta nel tempo, si avranno effetti sulla coordinazione binoculare poiché l’accomodazione tra gli occhi diventa differente.

I muscoli degli occhi, del collo e di tutto l’apparato muscolare sono intimamente collegati (Busquet, 1988). In effetti ogni volta che i globi oculari si muovono, le terminazioni a spirale dei muscoli dell’occhio sono stimolati e danno l’ordine ai muscoli della nuca di contrarsi al fine di consentire alla testa di cambiare posizione per poter fissare l’oggetto di interesse.

Davanti ad una difficoltà di convergenza, la persona si stanca facilmente e nel momento dello sforzo per mettere a fuoco un oggetto o una parola, è facile protendere il capo in avanti nel tentativo di ridurre la distanza fra l’occhio e l’oggetto(spesso è un atteggiamento del miope) provocando un’alterazione della curva fisiologica cervicale.

Si avranno anche importanti problematiche muscolo tensive proprio causate da una posizione errata dell’occhio, della nuca e del collo protratte nel tempo.

Se è vero che i difetti visivi possono alterare la postura è vero anche l’inverso: alcune problematiche oculari possono esser originate da alterazioni posturali; ad esempio la conseguenza di un trauma articolare ad un piede può portare ad un difetto visivo come conseguenza.

Poiché il nostro corpo funziona come un’insieme di sistemi ed apparati,è sempre fondamentale, quindi, che vi sia una stretta collaborazione tra più specialisti (in questo caso l’optometrista e l’osteopata ) in modo tale da correggere i difetti evitando compensi errati e generando ulteriori disturbi.

Sara Crotti

VITAMINA “D” PER LE DIFESE PIU’ FORTI E PER UN CORPO PIU’ SANO.

VITAMINA “D” PER LE DIFESE PIU’ FORTI E PER UN CORPO PIU’ SANO.

Fino a poco tempo fa, parlare di vitamina “D”significava parlare di problemi legati a patologie ossee come rachitismo ed osteoporosi , in particolare nelle donne in menopausa oppure ad una sua carenza per mancata esposizione solare o carenze alimentari.

Recentemente è stato dimostrato che una sua carenza può esser considerata uno dei fattori determinanti per l’insorgenza di numerose malattie quali diabete, sarcopenia, tumori, malattie autoimmuni, infezioni, psoriasi ed altre ancora.

In realtà parlare di vitamina “D” non è formalmente corretto in quanto si dovrebbe parlare di un pro ormone calciotropo la cui funzione fisiologica sarebbe quella di favorire l’assorbimento di fosfato e calcio a livello intestinale.

Si parla di un vero e proprio legame indissolubile tra vitamina “D” ed il calcio. L’uomo è in grado di produrre, all’interno della pelle, la pro-vitamina “D” che viene poi trasformata in colecalciferolo mediate l’azione dei raggi ultravioletti.

Esporre un 40% del nostro corpo al sole per 15-20 minuti al giorno, pare porti a livelli buoni la vitamina “D”.

Durante il periodo invernale, quando l’esposizione solare non è possibile, è utile (e consigliatissimo) integrare con integratori di vitamina “D” proprio per ridurre la possibilità di insorgenza di determinate malattie.

L’integrazione della vitamina “D” associata ad un buon sonno, può aver un ruolo terapeutico nella prevenzione e nella cura del dolore.

Anche la fibromialgia, il diabete, malattie cardiache, e cancro sono patologie correlata alla carenza di vitamina “D”. Diversi studi evidenziano l’associazione tra queste patologie e la carenza.

Viene sottolineata l’importanza del mantenimento di un buon stile di vita ed alimentazione per prevenire lo stato carenziale. In effetti, abuso di alcool, tabagismo e diete estreme portano ad un deficit di produzione.

Un’altra importante correlazione vede la carenza di vitamina “D”e l’insorgenza del parkinson: nel 55% dei casi, i malati, risultano carenti ed un’integrazione può sostenere le funzioni cognitive.

La vitamina “D” è coinvolta anche nella sintesi di serotonina e dopamina , importanti neurotrasmettitori che difettano in persone affetti da stati depressivi. La depressione stagionale colpisce una persona su 4 ed è caratterizzata da stanchezza eccessiva, sonno cronico, fame compulsiva.

A livello sportivo, una carenza , provoca affaticamento muscolare e riduzione della resistenza mentre un’integrazione porta ad un aumento della forza, della velocità, della potenza.

Per tutti questi motivi, la prevenzione è importantissima (come sempre) ed in questo caso è più preciso parlare di integrazione di vitamina “D”per prevenire gli stati carenziali e le conseguenze sulla salute.

VOLARE SENZA PRENDERE L’AEREO? SI PUO’ FARE CON ANTIGRAVITY PILATES

VOLARE SENZA PRENDERE L’AEREO? SI PUO’ FARE CON ANTIGRAVITY PILATES

Grazie alle amache fissate al soffitto del nostro studio,Pianeta Postura Fisioterapia Modena, è possibile cimentarsi in antigravity pilates.

I percorsi di fitness AntiGravity sono numerosi e derivano tutti dall’AntiGravity® inc.che è una compagnia di danzatori -acrobati che volteggiano a più di 15 metri d’altezza.

Il mondo del fitness si è ispirato a questa compagnia ed ha adattato diversi movimenti dello yoga o del pilates per poter sfruttare le amache o i nastri e permettere di seguire una lezione in “volo”.

I benefici principali di questo tipo di allenamento riguardano lo scarico della colonna e la decompressione discale ottenuta con le inversioni; durante la giornata la nostra colonna vertebrale supporta il nostro peso corporeo ed a fine giornata i dischi intervertebrali hanno perso vigore e sono assottigliati. Poter svolgere un’attività in assenza di peso corporeo e poter distanziare le vertebre tra loro porta un grande giovamento alla salute dei nostri dischetti intervertebrali. La lezione mirerà principalmente a riportare il corpo in allungamento pur mantenendo il controllo dal core (il nostro centro) e con l’aiuto della respirazione si cercherà di mobilizzare la colonna vertebrale ed allineare la testa , il collo e le spalle.

Dopo aver preso confidenza con l’attrezzo, si potrà svolgere l’intera lezione in assenza di gravità e per questo motivo le articolazioni non saranno più stressate dal peso del corpo.

Oltre alla fase di riscaldamento e la fase centrale di lavoro c’è la fase finale in cui si potrà usare l’amaca per farsi cullare e quindi rilassare (se già si è rilassati abbastanza) prima di tornare sulla terra. La fase di relax finale è solitamente accompagnata da musica soft e da luci soffuse per permettere alla nostra mente di eliminare ogni pensiero accumulato nella giornata.

Presto vi proporremo una serata “upside_down”.

Sara Crotti

PALLAVOLO, SCREENING FUNZIONALE PREVENTIVO

PALLAVOLO, SCREENING FUNZIONALE PREVENTIVO

La pallavolo è uno sport che si caratterizza per la ripetizione dei gesti, come salti e colpi della palla sopra al capo ed un’alta velocità esecutiva dei movimenti. Per questa sua peculiarità, diventa di fondamentale importanza integrare l’allenamento tecnico tattico con un programma di prevenzione e compenso per evitar di incorrere in spiacevoli infortuni . In effetti , negli ultimi anni sta crescendo l’attenzione rispetto alla postura, rispetto allo studio del movimento e funzionalità muscolare e tutto ciò permette di effettuare uno screening valutativo e migliorare, in parallelo, la performance sportiva.

Considerando che la pallavolo è un tipo di sport intermittente, verifichiamo che spesso gli infortuni sono a carico della caviglia ( capsulo-legamentosi), ginocchio (spesso si tratta di sovraccarico funzionale), sindromi dolorose della spalla date da overuse (il più frequente è l’impingement subacromiale o sindrome da conflitto), lesione della cuffia dei rotatori ed instabilità della spalla.

Effettuare uno screening posturale e chinesiologico-funzionale è il primo metodo di prevenzione primaria. Per effettuare questa analisi posturale ci si può servire di immagini o video sia in situazioni statiche che dinamiche che permettono di identificare eventuali difetti posturali. A questo screening vanno aggiunti test di forza o di potenza muscolare oltre che tutti i test di valutazione del ROM (range of motion). Una limitazione nella flessione della caviglia, ad esempio, si ripercuote facilmente su fattori di rischio da overuse del piede o dell’arto inferiore. È importante capire che questo tipo di limitazione può esser pericolosa ed intervenire per evitare di dover far i conti con infortuni gravi.

Una ridotta flessibilità muscolare o debolezza può compromettere un atterraggio corretto alla fine di un salto. È necessario, quindi, capire se il corpo non è in equilibrio e se si, se si tratta di debolezza o di limitazione di mobilità.

A livello dinamico è importante verificare la mobilità della colonna e delle pelvi, mobilità delle spalle, mobilità della caviglia (ad esempio eseguendo il classico squat bipodalico ).

Effettuando il single leg squat si verifica più la risposta di forza e di equilibrio e stabilità del soggetto.

Si dovrebbe verificare la flessione e la rotazione delle spalle e controllare se vi sono compensi sulla colonna nell’eseguirle.

La valutazione deve esser fatta anche sulla lunghezza attiva dei muscoli posteriori della coscia, sull’estensibilità dei muscoli flessori dell’anca, sulla rotazione delle anche , e rispetto alla valutazione di forza sul core.

La pallavolo è uno sport molto popolare e viene praticato nelle diverse fasce di età, è importante ,per questo motivo , l’intervento di diversi professionisti per prevenire eventuali infortuni. L’analisi posturale rientra in questa prevenzione primaria.

Sara Crotti

MICROBIOTA : LA SALUTE NELL’INTESTINO

MICROBIOTA : LA SALUTE NELL’INTESTINO

Il microbiota è l’insieme di microrganismi che vivono nel tratto gastrointestinale ed il nome conosciuto fino a poco tempo fa era quello di flora batterica intestinale.

Il microbiota è composto da cellule eucariote e procariote che vivono in simbiosi nell’intestino e che sono di aiuto al corpo umano nella difesa da agenti esterni.

Questo habitat può esser danneggiato o alterato da fattori esogeni o da stimoli endogeni come lo stress, la dieta, l’esercizio fisico.

L’epitelio dell’intestino è la prima difesa dell’organismo contro agenti patogeni che derivano dall’alimentazione ed è quindi importante che questo ambiente sia in perfetta salute. Un ruolo importante dei batteri intestinali riguarda anche la sintesi di alcune vitamine ed assorbimento di calcio, magnesio e ferro.

Più il microbiota intestinale è popolato da microrganismi diversi e più si alzano le risposte immunitarie del corpo mentre una bassa biodiversità favorisce l’insorgenza di malattie come allergie, eczema ed altri disturbi ricorrenti come cistite, coliche, stipsi, difficoltà digestive.

Recentemente è stato riscontrata una certa relazione tra esercizio fisico e salute dell’intestino.

Un regolare esercizio fisico influisce positivamente sull’ambiente intestinale in quanto riduce il tempo di transito delle feci e riduce quindi il contatto tra agenti patogeni e mucosa gastrointestinale.

Durante l’esercizio fisico si ha un aumento dei batteri lattici che sono associati alla mucosa intestinale ; aumentando l’acido lattico è possibile evitare la colonizzazione da parte dei patogeni.

L’esercizio fisico come la dieta migliorano la qualità del microbiota intestinale, favorendone la biodiversità, e di conseguenza la salute dell’individuo.

L’esercizio fisico ha un altro ruolo importante anche nella riduzione dei livelli di stress che, come sappiamo, altera a sua volta il microbiota intestinale.

Durante i periodi di tensione, si riduce notevolmente il numero di bifidobatteri e lattobacilli e gli effetti non si esauriscono nel breve periodo. L’esposizione allo stress per molto tempo si traduce in uno sviluppo di una vasta gamma di disturbi gastrointestinali quali la malattia infiammatoria intestinale, sindrome da intestino irritabile ed intolleranze alimentari.

Si avranno di conseguenza effetti negativi sulla capacità rigenerativa della mucosa gastrointestinale e cambiamenti sulla secrezione gastrointestinale.

In queste situazioni è consigliabile intervenire con integratori per ristabilire il corretto equilibrio dell’ambiente intestinale. Ovviamente, conoscendo gli effetti benefici dell’attività sportiva, è opportuno fare regolarmente sport per innescare il corretto circolo che ridurrà lo stress, ridurrà la possibilità di alterare il microbiota ed allo stesso tempo favorirà un sano ambiente che predisporrà il corpo a reagire agli agenti patogeni pronti ad attaccarlo.

Infine, l’impiego di una punta di bicarbonato di sodio sciolto in acqua, elimina le tossine che si trovano nel tratto gastrointestinale e favorisce un buon equilibrio della flora batterica.

Sara Crotti.

ALLUCE VALGO, PREVENZIONE E CURA

ALLUCE VALGO, PREVENZIONE E CURA

L’alluce valgo consiste in una deviazione del primo dito del piede e parallelamente una sporgenza dell’osso metatarsale.

Oltre a questa deformità ossea, si riscontra un’infiammazione cronica della borsa mucosa alla base dell’alluce con conseguente dolore. Questa deformazione ossea porta ad un continuo sfregamento della scarpa con peggioramento dei sintomi.

In una prima fase, vi è una leggera deviazione dell’alluce verso il secondo dito del piede che dovrebbe far insospettire il soggetto, in questo stadio è utile richiedere un consulto di un medico. Trascurare questo campanello d’allarme, porta al manifestarsi del vero e proprio alluce valgo con il relativo dolore e fastidio.

Nella zona del metatarso , la superficie del piede è visibilmente lesionata e si manifesta un’ipercheratosi, ovvero un’ ispessimento della cute.

I sintomi conclamati sono i seguenti :

-dolore della zona anche a riposo

-arrossamento, intorpidimento e gonfiore

-ipercheratosi

-modifica dell’ossatura del piede

-dolore in camminamento che può sfociare in alterazione della postura ( ginocchio valgo, dolore nella zona della rotula, accentuazione della lombalgia )

L’alluce valgo può manifestarsi in ambo i sessi e a qualsiasi età anche se , tendenzialmente, l’età di comparsa è quella senile ed il genere femminile è più soggetto; probabilmente, l’incidenza, è dovuta all’utilizzo di scarpe a punta e /o con il tacco.

Ovviamente la calzatura non è l’unica ragione ma ve ne sono anche di congenite quali il piede piatto, ereditarietà, o ragioni patologiche come la gotta o artrite reumatoide.

PER EFFETTUARE UNA DIAGNOSI basta verificare la deformità e successivamente sottoporsi ad un esame baropodometrico per verificare il carico sul piede.

Può esser richiesta una radiografica per verificare meglio gli eventuali danni a carico delle ossa del piede.

TRATTAMENTO : ci si può avvalere di diversi ausili per ridurre la sintomatologia ma non potranno aver efficacia sulla regressione della deformità ossea.

Bisognerebbe evitare di stare a lungo in piedi, fare diversi impacchi con il ghiaccio, abbandonare le calzature non idonee ed utilizzare solo scarpe comode.

Danno molto sollievo i plantari che aiutano a riallineare le ossa del piede ed evitare il sovraccarico nella zona anteriore.

Sono prescritti anche esercizi attivi che vanno a ridurre il dolore.

Nei casi più gravi, saranno necessari i FANS come antinfiammatori e si può passare alla chirurgia per correggere meccanicamente l’alluce valgo, i tendini ed i tessuti circostanti.

Per prevenire l’alluce valgo è necessario utilizzare sempre scarpe idonee e comode che non costringano il piede in una posizione errata e che lascino spazio alle dita dei piedi di muoversi.

Abbiate sempre cura dei vostri piedi,che vi accompagnano per tutta vita 🙂

Sara Crotti.