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Yoga a Modena, Pianeta Postura Fisioterapia Modena

Yoga a Modena, Pianeta Postura Fisioterapia Modena

Cos’è lo Yoga?

Yoga significa giogo, unione. È l’unione di corpo e mente attraverso pratiche fisiche, mentali e spirituali. È una pratica millenaria che offre i mezzi e le tecniche per sviluppare le proprie qualità senza chiedere di aderire a dogmi: ognuno è libero di cogliere ciò che gli serve e di integrarlo con la propria visione del mondo. Per questo lo yoga assume un significato diverso a seconda di chi lo pratica. Ciò che viene sviluppato attraverso la pratica è l’arte dell’ascolto: un ascolto interiore, che porta a conoscersi a fondo sia a livello fisico che a livello mentale. Le diverse posizioni (asana in sanscrito) lavorano su diverse parti del corpo e della mente, e in diversi modi.
Le asana di forza, oltre ovviamente a rinforzare la muscolatura, quando tenute per periodi più o meno lunghi ci insegnano anche una diversa forza mentale, e influenzano la nostra capacità di rimanere stabili di fronte agli ostacoli della vita. Le asana in piedi sono energizzanti e favoriscono la concentrazione, mentre gli equilibri in piedi ci insegnano come a un equilibrio mentale corrisponda un equilibrio fisico.
Le asana con estensione indietro (le aperture di petto e spalle) rappresentano l’apertura al mondo circostante, e quindi la nostra capacità di renderci vulnerabili. A livello fisico, vanno eseguite con attenzione e controllo, soprattutto in presenza di problemi alla schiena o alla spina dorsale. A livello mentale, per molte persone sono difficili e possono provocare un senso di ansia o paura. In questi casi è bene eseguirle gradualmente, finchè la persona non è pronta ad aprirsi al mondo un po’ di più.
Al contrario, le asana con estensione in avanti (le chiusure) favoriscono l’introspezione e ci richiedono di abbandonarci e lasciar andare, cosa più difficile di quanto sembri sia nello yoga che nella vita.
Le inversioni (principalmente verticali sulla testa, gli avambracci e le mani, ma possono essere considerate inversioni tutte le possizioni in cui il cuore è più in alto della testa) richiedono forza ed equilibrio nel corpo, e ci portano ad affrontare le paure.
Infine le torsioni agiscono sulla colonna vertebrale, purificando gli spazi tra le vertebre, e sugli organi interni. Da un punto di vista psicologico, ci aiutano ad affrontare i cambiamenti.
I benefici fisici dello yoga sono numerosi e spesso conosciuti anche da chi non pratica, ma chi lo fa scopre ben presto anche i benefici mentali di una pratica costante: diminuzione dello stress e dell’ansia, maggiore capacità di restare calmi di fronte a situazioni anche difficili e quindi maggiore capacità di affrontarle, più apertura verso gli altri, migliore qualità del sonno… Per questo, tra i praticanti, è frequente sentir dire che lo yoga cambia la vita.

 

Letizia Menziani

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE  sindrome da compressione nervosa.

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE sindrome da compressione nervosa.

La sindrome del canale carpale è piuttosto frequente ed interessa circa l’1% della popolazione generale, più frequente tra le donne che hanno almeno 40 anni ma presente anche nella popolazione maschile.

Il canale carpale è uno spazio osteofibroso rigido che agisce come un compartimento chiuso e la sindrome da canale carpale è dovuta alla compressione del nervo mediano del polso.

La sindrome del tunnel carpale è caratterizzata da dolore , torpore e parestesie nella distribuzione del nervo mediano ( nella zona palmare, tra pollice, indice e medio).

Le parestesie frequentemente si presentano di notte e possono esser associate alla flessione e all’estensione del polso vicino al viso o sotto al cuscino per lungo tempo.

In gravidanza , spesso si riscontrano fastidi al canale carpale ma generalmente i fastidi si dissolvono al termine dei 9 mesi quindi è sempre sconsigliata un’operazione in questa fase.

Le cause scatenanti di tale sindrome possono esser associate ad un’attività di vita quotidiana che portano alla ripetizione della flessione ed estensione del polso, prese di forza, flessione del polso scorretta, utilizzo della tastiera del computer e del mouse e strumenti elettrici vibranti.

C’è una manovra che mira a provocare il sintomo per capire se effettivamente si parla di sindrome da tunnel carpale, si chiama manovra di Phalen e consiste nella tenuta del polso in flessione per 60 secondi, se appaiono le parestesie , generalmente si è di fronte alla sindrome da tunnel carpale.

Il trattamento iniziale è assolutamente conservativo e tra le indicazioni da seguire vi è l’utilizzo di uno splint del polso prefabbricato che mantiene il polso in posizione neutra, riposo dalle attività scatenanti .

Vi sono anche buoni esercizi di allungamento che hanno uno scopo preventivo, sono esercizi che vanno ad aumentare l’afflusso di sangue e rilassano i muscoli ed i tendini circostanti dando sollievo dalla sintomatologia. Questi esercizi ,tuttavia, non sostituiscono il corretto trattamento medico qualora la sindrome fosse in uno stato avanzato.

Sara Crotti

YOGA, LA NOVITA’ DEL NOSTRO PALINSESTO INVERNALE

YOGA, LA NOVITA’ DEL NOSTRO PALINSESTO INVERNALE

PERCHE’ PRATICARE YOGA? CHE DIFFERENZA C’E’ TRA YOGA E PILATES MATWORK?

Yoga e Pilates sono due discipline per chi ama fare attività dolce (anche se non troppo); sono spesso confuse ma in realtà presentano importanti differenze.

Innanzi tutto il pilates è una disciplina più recente , risale ai primi anni del ‘900 mentre lo yoga  è una disciplina orientale millenaria  e nel tempo si sono sviluppate diverse scuole e tipi di yoga. Il pilates venne chiamato dal suo ideatore (Joseph Pilates) anche “contrology” ed infatti grazie all’utilizzo di apposite macchine o anche solo del materassino, si va a ricercare il controllo del movimento, la fluidità e la flessibilità. E’ importante concentrarsi sul rinforzo del baricentro,  in particolare vengono rinforzati i muscoli della schiena e dell’addome e si parte dal concetto che è proprio il “core ” a controllare il movimento del resto del corpo.

Lo Yoga si svolge per di più a corpo  libero e si caratterizza per una profonda interconnessione tra corpo e mente; durante la respirazione pranayama e le posizioni  (asana) si favorisce il rilassamento psico-fisico. E’ importante focalizzare l’attenzione sul corpo e sul momento che si sta vivendo liberando la mente dai pensieri. Attraverso la respirazione si muove l’energia e durante le asana si attiva l’intero corpo favorendo lo scioglimento delle articolazioni e generando un senso di leggerezza e fluidità.

L’attenta focalizzazione sulla respirazione favorisce il rilassamento e la meditazione, aumenta la capacità di concentrazione e migliora l’umore, aumenta il flusso di ossigeno al cervello e pare esser una buona attività per chi soffre di depressione.

Lo Yoga è un’attività non aerobica che può esser svolto anche dalle donne in gravidanza, sempre sotto consiglio medico.

Entrambi le discipiline (Yoga e Pilates) favoriscono la tonificazione e la flessibilità anche utilizzando diversi approcci e si focalizzano sul benessere dell’intero organismo; forse per questo motivo vengono spesso confuse.

Per chi fosse indeciso su quale delle due discipline seguire sarà possibile frequentare le nostre lezioni di prova della prossima settimana e per chi volesse frequentare entrambe le classi durante l’anno sarà possibile, con un solo abbonamento, alternarle.

Vi aspettiamo.

Sara Crotti

ADDOMINALI IN SPIAGGIA

ADDOMINALI IN SPIAGGIA

È possibile allenare gli addominali senza che nessuno se ne accorga? La risposta è si! E ora vi spiegherò come fare, in particolare parleremo del muscolo trasverso dell’addome, quello più profondo e quello che ha un ruolo importantissimo nella stabilizzazione attiva della regione lombo-pelvica.

Questo muscolo si origina del terzo laterale del legamento inguinale, dai 2/3 anteriori del labbro interno della cresta iliaca, dalla lamina anteriore o profonda della fascia lombodorsale che va dal margine superiore della cresta iliaca alla 12ª costa, e dalla faccia interna delle ultime 6 cartilagini costali dove è in rapporto con il diaframma. Medialmente termina in una aponevrosi che va ad incontrare quella del muscolo controlaterale, inferiormente i fasci aponevrotici si ripiegano fondendosi con quelli dell’obliquo interno e vanno ad inserirsi sulla cresata del pube e sulla cresta pettinea formando quindi il tendine congiunto o falce inguinale. Il resto della aponevrosi superiormente va a formare la linea alba.

La sua contrazione ha effetto sulla parete addominale e sulla gabbia toracica, contribuendo alla dinamica respiratoria. È infatti un muscolo espiratore e la sua contrazione abbassa le coste. Ha un debole ruolo sinergico con gli altri muscoli addominali antero-laterali agendo nella rotazione e flessione del busto.

Quando questo muscolo è correttamente attivato durante gli sforzi, svolge un importantissimo ruolo nella stabilizzazione della colonna lombare e nella prevenzione della lombalgia.

Questo muscolo non produce alcun movimento del tronco ma la sua azione principale è quella di tenuta (anche involontaria) che genera una leggera compressione stabilizzatrice sulle articolazioni intervertebrali. Questa compressione recluta anche i muscoli profondi della colonna vertebrale che lavorano in modo sinergico con il trasverso.

La contrazione volontaria del trasverso dell’addome determina una pressione intraddominale che riassesta le masse viscerali in posizione eretta, in posizione flessa controlla la flessione di tutto il tratto lombare ed in estensione frena il carico della muscolatura posteriore della schiena.

La contrazione del trasverso addominale da la sensazione di aver attivo un corsetto attorno alla vita (la zona che chiamiamo core), durante la contrazione si percepirà un avvicinamento dell’ombelico alla colonna vertebrale ed il risultato visibile sarà proprio quello di assottigliamento del giro vita.

Oltre ad i classici esercizi addominali e di tenuta, possiamo far un esercizio per attivare il trasverso dell’addome, senza che nessuno se ne accorga…in posizione supina, si inspira e durante l’espirazione si porta fortemente la parete addominale verso la colonna mantenendo la fase di espirazione a lungo. In questo modo potremo rinforzare il muscolo addominale più profondo senza esibirci in spiaggia

Buona estate a tutti!

Sara Crotti

RELEASE MIOFASCIALE

RELEASE MIOFASCIALE

 

I muscoli del corpo sono organizzati in fasce ordinate ed avvolte da guaine di tessuto connettivale, questo sistema viene chiamato sistema miofasciale ed è sede di numerosissimi recettori sensoriali , inclusi gli esterocettori ed i propriocettori nervosi. Questo sistema ha un ruolo fondamentale all’interno del sistema di equilibrio e della postura.

Il sistema miofasciale può esser colpito da aderenze che sono provocate da sport troppo intenso, da posture scorrette che quindi generano degli squilibri e che a lungo andare possono danneggiare i tessuti ed alterare la loro funzionalità e da traumi.

Quando queste aderenze diventano dei veri e propri blocchi si avrà dolore (anche cronico) e rigidità e ci sarà grande difficoltà di scorrimento del tessuto tissutale durante le fasi di contrazione ed allungamento muscolare. Più le aderenze sono vicine ad un nervo più si percepirà formicolio ed irradiazione del dolore.

Fatta questa premessa, ora parleremo del Self myofascial Release che altro non è che un automassaggio miofasciale che si può fare utilizzando uno dei prodotti facilmente reperibili quali foam roller, balls, rulli ed anche palline da tennis. Il SMR permette di andare a rompere le aderenze ed ottenere quindi un corretto scorrimento delle fibre muscolari con conseguente miglioramento della prestazione sportiva.

I benefici del massaggio miofasciale non toccano solamente gli sportivi, grazie a questa tecnica è possibile per chiunque raggiungere un rilassamento muscolare, correggere determinati squilibri muscolari che si sono generati per attenuare i fastidiosi dolori dati dalle aderenze, si favorirà l’ottimo rapporto tra lunghezza e tensione muscolare ed ovviamente si ridurrà il dolore dato dalle aderenze. Sarebbe perfetto effettuare il massaggio prima dello stretching finale post attività e tutto questo, dopo l’allenamento, migliorerà anche lo smaltimento dell’acido lattico.

Per effettuare un buon massaggio, e’ necessario scoprire la zona di maggiore tensione rollando con il rullo (o la pallina) nella zona circostante finché la tensione poco a poco non diminuisce. Una volta raggiunta la zona si dovrà tenere la pressione per un minuto circa e poi nuovamente si tornerà a massaggiare dolcemente fino a quando la tensione non diminuisce del tutto. Poi bisognerà proseguire in tutta la zona circostante per terminare la seduta di massaggio; ovviamente occorre variare la pressione a seconda del fastidio/dolore che si sente.

Senza esser atleti di alto livello, eseguire un self Myofascial release può far bene anche solo a scopo preventivo poiché tutti abbiamo delle tensioni accumulate date da cattive posture e stress visto che il muscolo è attivo 24h su 24 e non solamente durante l’allenamento.

Una volta trovata la tecnica giusta  per il massaggio, il self myofascial release può esser una piacevole pausa serale per rigenerarsi.

Sara Crotti

VOLARE SENZA PRENDERE L’AEREO? SI PUO’ FARE CON ANTIGRAVITY PILATES

VOLARE SENZA PRENDERE L’AEREO? SI PUO’ FARE CON ANTIGRAVITY PILATES

Grazie alle amache fissate al soffitto del nostro studio,Pianeta Postura Fisioterapia Modena, è possibile cimentarsi in antigravity pilates.

I percorsi di fitness AntiGravity sono numerosi e derivano tutti dall’AntiGravity® inc.che è una compagnia di danzatori -acrobati che volteggiano a più di 15 metri d’altezza.

Il mondo del fitness si è ispirato a questa compagnia ed ha adattato diversi movimenti dello yoga o del pilates per poter sfruttare le amache o i nastri e permettere di seguire una lezione in “volo”.

I benefici principali di questo tipo di allenamento riguardano lo scarico della colonna e la decompressione discale ottenuta con le inversioni; durante la giornata la nostra colonna vertebrale supporta il nostro peso corporeo ed a fine giornata i dischi intervertebrali hanno perso vigore e sono assottigliati. Poter svolgere un’attività in assenza di peso corporeo e poter distanziare le vertebre tra loro porta un grande giovamento alla salute dei nostri dischetti intervertebrali. La lezione mirerà principalmente a riportare il corpo in allungamento pur mantenendo il controllo dal core (il nostro centro) e con l’aiuto della respirazione si cercherà di mobilizzare la colonna vertebrale ed allineare la testa , il collo e le spalle.

Dopo aver preso confidenza con l’attrezzo, si potrà svolgere l’intera lezione in assenza di gravità e per questo motivo le articolazioni non saranno più stressate dal peso del corpo.

Oltre alla fase di riscaldamento e la fase centrale di lavoro c’è la fase finale in cui si potrà usare l’amaca per farsi cullare e quindi rilassare (se già si è rilassati abbastanza) prima di tornare sulla terra. La fase di relax finale è solitamente accompagnata da musica soft e da luci soffuse per permettere alla nostra mente di eliminare ogni pensiero accumulato nella giornata.

Presto vi proporremo una serata “upside_down”.

Sara Crotti