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SINDROME DEL PIRIFORME

SINDROME DEL PIRIFORME

Che cos’è il piriforme?

Il muscolo piriforme è un muscolo di forma triangolare che si trova al di sotto del grande gluteo e svolge la funzione di assistente nella rotazione interna ed esterna dell’anca. Vicino al muscolo piriforme passa il nervo sciatico.

Può accadere che questo piccolo muscolo generi un grande dolore nella zona del gluteo e che questo si irradi fino alla zona del ginocchio; quando il piriforme è accorciato o allungato provoca quindi, la sindrome del piriforme. Questo può accadere in relazione ad un forte trauma, intensa attività fisica, iperlordosi , anomalia muscolare o sforzo eccessivo ed i sintomi sono i seguenti:

-dolore al gluteo e debolezza muscolare

-formicolio della regione lombare e parte posteriore della gamba fino al polpaccio

-dolore in camminata e quando si salgono le scale o si cammina in pendenza

-riduzione del movimento dell’articolazione dell’anca.

La sintomatologia, spesso, si acutizza dopo diverso tempo trascorso a sedere e solitamente si manifesta unilateralmente.

Frequentemente la sindrome da piriforme viene confusa con la sciatalgia e quindi è necessario effettuare una diagnosi che escluda in primis le due condizioni simili come l’erniazione e le disfunzioni sacro-iliache. Effettivamente la sciatalgia è una patologia che è molto più difficile da curare mentre la sindrome del piriforme trova buone soluzioni tra i massaggi e l’attività fisica studiata.

Come primo intervento si consigliano esercizi di allungamento e di riassestamento del tono muscolare e della postura; spesso in questo modo si ottengono già buoni risultati. È necessario sospendere le attività che possono provocare questo tipo di disturbo (ad esempio ciclismo e corsa sono due sport che vanno a peggiorare la sintomatologia) e talvolta assumere farmaci antinfiammatori che permettono di abbassare il dolore quando si trova in fase acuta.

Anche l’utilizzo di una pallina o del foam roller permette un buon rilassamento del muscolo e quindi permette di alleviare il dolore.

Una cosa importante da tenere presente è il fatto di riprendere qualsiasi attività fisica in modo graduale.

Dr.ssa Sara Crotti

LESIONE DEI MENISCHI

LESIONE DEI MENISCHI

All’interno dell’articolazione del ginocchio troviamo i menischi che servono a proteggere la cartilagine articolare sottostante.

Grazie alla presenza di queste strutture fibrocartilaginee a forma di “C” poste tra condili femorali e tibia, aumenta la superficie di contatto tra i due segmenti ossei e si distribuisce meglio il carico attenuando e assicurando al tempo stesso il corretto movimento.

Durante un banale movimento un menisco può esser lesionato e quindi perde la principale funzione di protezione dell’articolazione in caso di urti.

Il menisco essendo poco vascolarizzato non va incontro ad un ripristino autonomo quindi una lesione del cuscinetto deve esser valutata e trattata in modo adeguato. Il menisco laterale è più mobile rispetto al menisco mediale e allo stesso tempo il corno posteriore è meno mobile del corno anteriore quindi si riscontrano maggiori lesioni in questa zona posteriore-mediale.

Le lesioni meniscali possono esser classificate in due grandi categorie:

  • lesioni da traumi, facilmente riscontrabili tra gli sportivi. Le lesioni subite derivano da una violenta sollecitazione che supera la massima resistenza del tessuto cartilagineo.

Spesso nelle lesioni meniscali traumatiche si associa anche la lesione dei legamenti

  • Lesioni degenerative, riscontrate in normalissimi movimenti che si trovano a fare i conti con un tessuto degenerato a causa del passare dell’età

La forza che agisce è spesso violenta e allo stesso tempo torcente,mentre altre volte il menisco può lesionarsi in iperestensione o iperflessione.

COME CI SI ACCORGE CHE è AVVENUTA LA LESIONE DEL MENISCO?

  • gonfiore in sede

  • cedimento del ginocchio

  • dolore localizzato

  • incapacità di estendere o flettere completamente l’arto

  • scricchiolio

se vengono riscontrati questi sintomi, allora si procede con radiografia, risonanza magnetica e si valuta lo stato di lesione.

Inizialmente si procede con il protocollo R.I.C.E = rest, ice, compression and evaluation, quindi il ginocchio va messo a riposo per ridurre il gonfiore e gli stati infiammatori.

Se la lesione non è particolarmente grave e il soggetto è giovane si può procedere ad un trattamento conservativo, ovvero un percorso riabilitativo fisioterapico.

Se la lesione è importante, si dovrà procedere con asportazione di frammenti, qualora ve ne fossero, e con un vero e proprio intervento chirurgico.

Il menisco funge da supporto ed è importante non eliminarlo completamente perchè si può favorire l’insorgere di artrosi quindi ora si tende a preferire l’artroscopia che ripara il menisco danneggiato ed asporta solo , eventualmente , la parte non suturabile.

Dopo l’operazione si deambula inizialmente con le stampelle, e si procedecon riabilitazione specifica che mira al recupero del ROM (range of motion) totale, ovvero la flesso estensione del ginocchio e al rinforzo dei muscoli ischiocrurali e quadricipite ed esercizi propriocettivi.

Dr.ssa Sara Crotti

CUSCINO PROPRIOCETTIVO

CUSCINO PROPRIOCETTIVO

 

Vi parlo di un particolare disco di diametro di 35 cm circa che è approdato in PIANETA POSTURA. E’ fabbricato in materiale sintetico con diverse sporgenze sulla superficie, viene gonfiato d’aria e può esser utilizzato per le nostre sessioni di pilates per migliorare l’equilibrio e come sostegno per determinati esercizi.

Le sporgenze che si trovano sulla superficie sono in grado di stimolare la percezione corporea e la circolazione sanguigna e allo stesso tempo massaggiare le piante del piede  attenuando disturbi venosi.

Gli esercizi che si possono praticare con questo cuscino sono diversi: i dischi  possono esser utilizzati per allenare la propriocezione delle caviglie e delle gambe ma anche come base sulla quale appoggiare le mani prima di fare un plank e quindi ricercare la risposta degli arti superiori.

Si può utilizzare questo disco anche in fase riabilitativa e per migliorare la coordinazione, la forza ed i riflessi e lo si può utilizzare come base della zona lombare per effettuare addominali su una superficie instabile.

La ricerca di queste risposte corporee è importante per ridurre la possibilità di incorrere in traumi che avvengono durante le attività sportive o le attività quotidiane; un corpo che risponde in modo adeguato ad una situazione di pericolo (ad esempio una scivolata improvvisa) evita gravi danni alle ossa e alle articolazioni.

Riuscire a ritagliare qualche minuto per l’allenamento propriocettivo durante una lezione di pilates risulta importante a scopo preventivo sia per i non atleti che per gli atleti.

Dr.ssa Sara Crotti

 

FROZEN SHOULDER CAPSULITE ADESIVA SPALLA CONGELATA

FROZEN SHOULDER CAPSULITE ADESIVA SPALLA CONGELATA

frozen shoulder capsulite adesiva spalla congelata

I pazienti che lamentano dolore alla spalla o limitazione della mobilità dell’articolazione Gleno-Omerale spesso sono affetti da frozen shoulder (spalla congelata) o capsulite adesiva.

Questo tipo di patologia insorge maggiormente tra i 40 e i 60 anni e tra le donne ed è associabile a traumi lievi, es. strappi o contusione, o a condizioni mediche come diabete, artrite reumatoide, ipertiroidismo ed artrite reumatoide.

L’articolazione fra spalla e omero è composta di ossa, tendini e legamenti, che sono compresi in una capsula di tessuto connettivo. Quando questa capsula si restringe e si infiamma fino a limitare i movimenti dell’articolazione, si verifica la capsulite adesiva.

La prima fase in cui si manifesta forte dolore, in particolare di notte, che si irradia lungo l’arto dura tra i 3 ed i 6 mesi . Frequentemente si immobilizza l’arto rendendo ancora più lunga la ripresa del movimento dell’articolazione.

La seconda fase , che può durare dai 3 ai 18 mesi, è caratterizzata da una riduzione del dolore a riposo ma da una limitata mobilità ed elevata rigidità.

La terza fase, quella di recupero può esser abbreviata da un’attività quotidiana di riabilitazione che mira al recupero del ROM ( range of motion).

Una buona diagnosi è indispensabile per poter distinguere la capsulite adesiva da altri problemi che colpiscono la spalla come danni alla cuffia dei rotatori; l’esame radiografico è normale e si verifica una perdita di mobilità anche in extrarotazione passiva. Solitamente non si perde la rotazione esterna passiva quando si hanno problemi alla cuffia dei rotatori quindi questa manovra deve far sospettare la presenza di spalla congelata.

Non appena viene definita la diagnosi è importante agire tempestivamente con trattamenti di fisioterapia e di recupero di mobilità in quanto il 90% del recupero avviene grazie al ripristino del movimento.

Il programma di riabilitazione prevede sessioni di stretching e mobilitazioni della spalla in rotazione esterna (ad esempio piegando il gomito dell’arto interessato di 90 gradi per raggiungere lo stipite della porta, ruotare il corpo e restare in posizione per 30”).


 

Sdraiarsi in posizone supina. Usare il braccio sano per sollevare il braccio malato sulla testa fino a sentire una gentile resistenza dolorosa. Mantenete la posizione per 15 secondi e abbassate lentamente fino a tornare alla posizione di partenza.

 

spalla congelata 2

 

 Tirare delicatamente il braccio della spalla malata sul petto appena sotto il mento, per quanto possibile senza causare dolore. Mantenete la posizione per 30 secondi.

spalla congelata 3

Prima ci si rivolge ad uno specialista prima si cura la spalla congelata/capsulite adesiva.

Spesso si sottovaluta un dolore al braccio o alla spalla e solo dopo settimane o mesi di dolore ci si allarma avendo già perso giorni preziosi per il ripristino del movimento dell’articolazione.

Dr.ssa Sara C

rotti

PILATES E FITBALLS

PILATES E FITBALLS

FITBALL”

Chi non ha giocato, durante l’infanzia, con i palloni colorati?

Probabilmente tutti si sono divertiti con questo simpatico attrezzo e se non avete avuto occasione di farlo, la buona notizia è che non è mai tardi per smettere di giocarci!

La fitball è un attrezzo che viene utilizzato durante le lezioni di pilates per allungare, tonificare i muscoli del corpo ed alleggerire le articolazioni.

L’instabilità della palla coinvolgerà il nostro equilibrio e la nostra coordinazione obbligandoci a prendere coscienza della nostra postura e del nostro corpo.

Se durante i workout di allenamento funzionale o di pilates si adopera la fitball, attiveremo costantemente i recettori propriocettivi ed avremo la piacevole conseguenza di innescare le contrazioni muscolari che compensano le variazioni spaziali del corpo. Gli aggiustamenti coinvolgono principalmente i muscoli profondi che solitamente sono scarsamente reclutati nei normali esercizi di potenziamento. I muscoli profondi sono quelli che servono per stabilizzare e che sostengono una corretta postura.

A seconda della propria altezza si dovrebbe scegliere una fitball con diametro ideale che permetta di sedersi sulla palla e mantenere un angolo retto tra cosce e gambe.

La fitball può essere usata per :

– migliorare la postura grazie al potenziamento della muscolatura tonica

– rinforzare i muscoli del tronco e dell’addome

– migliorare l’equilibrio e la coordinazione

– aumentare la flessibilità

INFINE la fitball può essere di grande aiuto per chi è costretto a mantenere una posizione seduta per diverse ore nella giornata, grazie alla sua elasticità restituisce una spinta rilassante verso i dischi intervertebrali. Io l’ho provata in ufficio ed è veramente “cool”.

Dr.ssa Sara Crotti

FITBALL”

Chi non ha giocato, durante l’infanzia, con i palloni colorati?

Probabilmente tutti si sono divertiti con questo simpatico attrezzo e se non avete avuto occasione di farlo, la buona notizia è che non è mai tardi per smettere di giocarci!

La fitball è un attrezzo che viene utilizzato durante le lezioni di pilates per allungare, tonificare i muscoli del corpo ed alleggerire le articolazioni.

L’instabilità della palla coinvolgerà il nostro equilibrio e la nostra coordinazione obbligandoci a prendere coscienza della nostra postura e del nostro corpo.

Se durante i workout di allenamento funzionale o di pilates si adopera la fitball, attiveremo costantemente i recettori propriocettivi ed avremo la piacevole conseguenza di innescare le contrazioni muscolari che compensano le variazioni spaziali del corpo. Gli aggiustamenti coinvolgono principalmente i muscoli profondi che solitamente sono scarsamente reclutati nei normali esercizi di potenziamento. I muscoli profondi sono quelli che servono per stabilizzare e che sostengono una corretta postura.

A seconda della propria altezza si dovrebbe scegliere una fitball con diametro ideale che permetta di sedersi sulla palla e mantenere un angolo retto tra cosce e gambe.

La fitball può essere usata per :

– migliorare la postura grazie al potenziamento della muscolatura tonica

– rinforzare i muscoli del tronco e dell’addome

– migliorare l’equilibrio e la coordinazione

– aumentare la flessibilità

INFINE la fitball può essere di grande aiuto per chi è costretto a mantenere una posizione seduta per diverse ore nella giornata, grazie alla sua elasticità restituisce una spinta rilassante verso i dischi intervertebrali. Io l’ho provata in ufficio ed è veramente “cool”.

Dr.ssa Sara Crotti

AMIAMO IL NOSTRO CORPO IMPARANDO A RESPIRARE – IL DIAFRAMMA.

AMIAMO IL NOSTRO CORPO IMPARANDO A RESPIRARE – IL DIAFRAMMA.

I’m in love with my body…

AMIAMO IL NOSTRO CORPO IMPARANDO A RESPIRARE – IL DIAFRAMMA.

Durante la giornata difficilmente prestiamo attenzione alla nostra respirazione eppure è una funzione basilare per la nostra vita; se smettiamo di respirare smettiamo di vivere. Come mai non prestiamo attenzione a questa importante funzione? Perché la respirazione è per lo più un’azione involontaria. Il nostro modo di respirare dipende da ciò che stiamo facendo, se stiamo correndo o se siamo sdraiati sul letto avremo un ritmo differente del respiro. Ma tutto ciò avviene senza un nostro condizionamento. La respirazione è strettamente collegata anche al nostro stile di vita, se siamo stressati o agitati avremo una respirazione superficiale mentre se siamo calmi riusciremo ad effettuare una respirazione più corretta. Ora cerchiamo di far un po’ di chiarezza.

MECCANICA RESPIRATORIA: inspirazione ed espirazione sono garantite da meccanismi fisiologici del tutto diversi, l’inspirazione è attiva e richiede un dispendio energetico ed una contrazione muscolare. L’espirazione, a riposo, è del tutto passiva ed è una restituzione elastica della fase inspiratoria.

Tra i muscoli della respirazione troviamo il DIAFRAMMA che risulta esser il principale. Il DIAFRAMMA è a forma di cupola e divide la cavità toracica dalla cavità addominale, è innervato dal nervo frenico che origina dai segmenti cervicali e si inserisce sulle vertebre lombari. Quando inspiriamo, il diaframma si abbassa e facilita l’ingresso dell’aria nei polmoni, quando espiriamo si alza e facilita la fuoriuscita dell’aria.

CONSEGUENZE DI UNA RESPIRAZIONE NON CORRETTA: il diaframma non utilizzato correttamente può andare incontro ad una retrazione , causare un’alterazione della meccanica respiratoria e generare un conseguente malessere generale.

Un diaframma retratto può causare non solo problemi respiratori ma dolori lombari (proprio perché si inserisce sulle vertebre lombari) , tensione dei muscoli del collo, problemi sul tratto cervicale, disturbi all’apparato digerente ( stitichezza, gastrite..), difficoltà circolatorie ed un peggioramento della postura. Ansia, stress , depressione e sedentarietà possono aumentare la probabilità di retrazione diaframmatica innescando un pericoloso circolo vizioso per la nostra salute.

BENEFICI DELLA RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA: respirare correttamente, ricercare una respirazione lenta, controllata e profonda rilassa la mente e riduce le tensioni muscolari, riduce i problemi all’apparato digerente in quando l’abbassamento del diaframma provoca un importante massaggio naturale agli organi che si trovano nella cavità addominale. La respirazione, quindi, può esser anche volontaria. Grazie alla respirazione diaframmatica si può acquisire una maggiore consapevolezza del corpo, si migliora la postura, aumenta l’ossigenazione del cervello , si può percepire quindi una maggior brillantezza mentale e si migliora l’efficienza del nostro sistema immunitario. Un maggiore apporto di ossigeno ed una maggiore espulsione dell’anidride carbonica, favoriranno l’eliminazione delle tossine.

Come si può utilizzare correttamente il diaframma? Porre le mani sull’addome, chiudere gli occhi, cercare un respiro lento e profondo, calmo. L’addome si gonfia e le mani passivamente si alzano.

Quando il diaframma si contrae, si abbassa e spinge in avanti l’addome stimolando gli organi in esso contenuti.

Quando l’aria esce, le mani si abbassano e l’addome si sgonfia.

Per migliorare il nostro stile di vita ed ottenere importanti benefici , risulta positivo utilizzare questo tipo di respirazione almeno 10 minuti al giorno , magari di sera per favorire il rilassamento e ricorrere ad essa tutte le volte che abbiamo bisogno di ritrovare la serenità mentale.

Quindi vi auguro un “buon respiro” ed una buona cura di voi stessi.